"W LA POESIA!"
Di Gianluca Cotza
Non è nè una poesia, nè il testo di una canzone: è un tema, un "articolo di giornale" scritto durante la simulazione di prima prova dell'esame di Stato per il conseguimento della maturità.
Ho pensato di condividere con voi queste mie riflessioni.
Buona lettura.Gianluca
TEMA (articolo di giornale) : “Nella società odierna, ha ancora senso parlare di poesia?”
Titolo: W LA POESIA !
Poesia. In un tempo in cui tutto è velocissimo, in quest’epoca delle cosiddette “comunicazioni di massa”, che ci stanno paradossalmente conducendo verso una “incomunicabilità di massa”, “poesia” sembra una parola obsoleta, dal sapore un po’ antico e “demodé”, indubbiamente in contrasto con l’attuale contesto sociale.
Sono gli anni del “tutto, subito e ancora più velocemente, se possibile”, dagli spostamenti alle telecomunicazioni, che sono ormai in tempo reale anche quando si tratta di luoghi sperduti ai margini della civilizzazione.
Non ci si ferma più ad osservare: si dà un’occhiata superficiale.
Non si gustano, non si assaporano più i piaceri della vita: semplicemente, “si consuma”.
Chissà come i posteri definiranno questa nostra epoca? “Società dei consumi” è, indubbiamente, il termine più appropriato.
La poesia è all’estremo opposto di questa concezione del quotidiano vivere: è riflessione, attenzione estrema, piacere per i significati profondi ed impliciti che spesso richiedono un’alienazione totale del lettore dal tempo e dallo spazio che lo circonda.
Ha ancora senso, oggi, parlare di poesia? E scriverla?
Vale ancora la pena esternare le proprie emozioni, plasmarle, metaforizzarle, darle una metrica ed una forma adeguata, una gradevole scorrevolezza?
Mi torna in mente un vecchio quesito filosofico, di cui non ricordo l’autore, che recitava più o meno così: “Se, nel più totale silenzio, cade un albero, ha senso parlare di rumore, se non c’è nessuno ad ascoltarlo ?”. In questo caso, sapendo che, probabilmente, mai nessuno la leggerà, ha ancora senso scrivere una poesia?
Si, ha senso, eccome!
Finchè ci saranno emozioni da trasmettere, esternare, condividere, la poesia non morirà. Magari si “cambierà d’abito”, o meglio: utilizzerà altri canali di diffusione, non più quelli “canonici”, cartacei ed ingombranti, ma il web, per esempio. Internet si sta rilevando un ottimo mezzo per la “rivalorizzazione” e la diffusione capillare della poesia: siti tematici creati e gestiti da appassionati colti ed autorevoli o semplici dilettanti, “blogs”, chats, veri e propri “caffè letterari(virtuali) del XXI secolo” che fungono da “salvagenti culturali” in un immenso mare sempre più fatto di sola, effimera schiuma, e disseminato di inopportuna spazzatura.
W LA POESIA!
Gianluca Cotza